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Siamo nell’era del digitale, dei social network, del web marketing, delle soluzioni “cotte e mangiate”, del cosiddetto “reddito passivo”. Su Facebook non si parla d’altro di come fare soldi “senza fatica”. Fotografie di volti sorridenti, magari a bordo di una supercar o in riva al mare, che si vantano di aver appena guadagnato qualche migliaia di euro (in un solo giorno) standosene bellamente seduti, o meglio ancora sdraiati e, soprattutto, senza aver fatto nulla per guadagnarseli.

Pare che l’obiettivo sia smettere di lavorare (ma ovviamente guadagnando nel contempo un mare di soldi nda).

Queste persone sono fiere di dire che loro NON LAVORANO, come se lavorare fosse un motivo di vergogna. A volte, i più sfrontati (e arroganti, aggiungo io) sbeffeggiano chi ancora si alza al mattino per recarsi al proprio posto di lavoro. Poveri sfigati!

Ora, premetto che non ho niente contro le rendite passive e anche il reddito passivo in assoluto, ci mancherebbe. Finché si tratta di automatizzare un sistema per renderlo più efficiente e fruttifero sono d’accordo ma provo un’epidermica repulsione verso questo approccio al guadagno. Innanzitutto perché svilisce e mortifica il lavoro e chi lavora duramente. Inoltre lo ritengo un approccio fortemente diseducativo e, ahimè, allineato al culo molle e all’avversione alla fatica che manifestano molte persone oggi.

Il messaggio che le persone ricevono è che lavorare è un concetto vecchio, superato, obsoleto. Oggi, per essere fighi, bisogna stare coi piedi in ammollo e contare i soldi che entrano nel conto corrente.

Network marketing, trading, vendita, business immobiliari, compravendite, investimenti… Ognuno propone la sua miracolosa ricetta per il guadagno facile e senza sforzo.

In cinquant’anni di vita e quasi trenta di LAVORO  (e con orgoglio specifico di duro lavoro) non ho mai incontrato una sola persona che si sia creata una fortuna senza LAVORARE DURO. Anche coloro che oggi realizzano guadagni astronomici (con sei zeri a sinistra della virgola ;-)) non se ne stanno in panciolle al mare irridendo chi è in ufficio (o in fabbrica) a fare il proprio lavoro.

Chi ha guadagnato molto denaro lo ha fatto lavorando duramente e di solito nutre un rispetto enorme nei confronti del lavoro e dell’abnegazione ad esso. Primo perché probabilmente ha sempre lavorato tanto, com passione e impegno; secondo perché probabilmente ha visto i propri genitori lavorare tanto e con impegno; terzo perché ha rispetto delle milioni di persone che, attraverso il proprio lavoro, mantengono decorosamente ed orgogliosamente la propria famiglia.

Il reddito passivo esiste, certo, ma viene generato attraverso sistemi che richiedono sforzo, dedizione, lavoro duro e competenze specifiche per essere messi in piedi. E poi per mantenersi efficaci nel tempo debbono essere mantenuti.

Sveglia gente! 

  • Se volete vivere di rendita dovete avere un patrimonio tale per cui, le rendite derivanti dagli interessi maturati dagli investimenti del patrimonio stesso, vi permettano di farlo. Questo implica due cose non trascurabili:
  1. Possedere un patrimonio consistente
  2. Sapere come investirlo per non dilapidarlo e realizzare interessi sufficienti

Inoltre, affinché quella rendita sia considerabile “passiva” non dovete occuparvene quotidianamente altrimenti è attiva e non passiva. Deve trattarsi di investimenti di cui vi occupate di tanto in tanto.

  • Se volete vivere attraverso un reddito passivo invece, dovete creare un sistema che, in maniera automatica, ossia senza che voi facciate alcunché altrimenti non sarebbe più passivo, sia in grado di generare un utile (sottolineo la parola utile e non fatturato) in grado di mantenere i vostri standard di vita.

Ora, per esperienza, mi sento di dire che per mettere in piedi un sistema di questo tipo bisogna farsi un culo tarallo (termine Oxfordiano nda) ed avere competenze ed abilità fuori dal comune. Quindi, se siete allergici al lavoro duro, all’impegno e alla dedizione…. lasciate perdere.

Una storia curiosa.

Anni fa, sono stato a Londra ad un seminario molto interessante dal titolo abominevole: Never Work Again (mai più a lavoro). Doveva essere un seminario in cui spiegavano strategie di marketing avanzate per generare profitti passivi, ma di fatto è stata una kermesse di speaker che vendevano i loro percorsi di formazione.

La cosa più curiosa che ho trovato era che tutti loro raccontavano più o meno la stessa storia:

Prima erano squattrinati e totalmente falliti, in crisi anche personalmente, e poi hanno trovato una soluzione imprenditoriale pazzesca che permette loro oggi di guadagnare una montagna di soldi, in maniera automatizzata che gli consente di non lavorare più e di dedicarsi quasi totalmente ai propri figli, alla famiglia ai loro hobby. Insomma never work again… peccato che poi ti dicevano che giravano tutto l’anno a tenere corsi in tutto il mondo e che poi avevano le date piene di iscritti per i corsi di approfondimento e che erano rimasti solo pochi posti.

Ma quindi… lavorano o non lavorano? Mah!

Livio

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Join the discussion 6 Comments

  • mario ha detto:

    Concordo Livio. La domanda è: “Non è che a qualcuno interessa far passare il messaggio che i soldi si fanno facile, non c’è bisogno di sacrificio, impegno, studio, cultura?” Non è che a qualcuno piace che i più siano ignoranti? …molta ignoranza = poca conoscenza = poca possibilità di scegliere = pochissima libertà. Ma nella realtà chi predica questo, il culo se lo fa dalla mattina alla sera…per contro ha l’interesse che altri non lo facciano per avere così il campo più libero e controllare gli altri. Lavorare ed impegnarsi è fondamentale per guadagnarsi la propria libertà e dignità.

    • Livio ha detto:

      Mario, non è mia intenzione pensarla in termini diciamo “complottistici”, ma in effetti è vero che persone poco disposte al sacrificio sono facili da domare.

  • Salvatore ha detto:

    Credo che i messaggi siano fuorvianti un pò come è avvenuto e avviene tuttora con il Network Marketing. Il fatto è che automatizzare un business oggi è un’ enorme opportunità e questo implica Molto Studio, Molta pratica, Molta frustrazione e tanta, ma tanta passione e un FORTISSIMO “Perchè”.

    Detto questo, la sintesi è che il lavoro duro occorre e si può fare in modo più intelligente e senza tanta fanfara dietro.

    • Livio ha detto:

      Diciamo che se parliamo di ottimizzare un processo già esistente e ben funzionante, rendendolo automatico allora ci capiamo. In questo caso però il lavoro duro è stato profuso per la creazione e per l’efficientamento del sistema, il che significa, competenze, prove, errori, feedback, rielaborazioni, ecc.
      La teoria dell’iceberg. Quel che affiora è il risultato finale. La parte più grossa, quella sommersa, rappresenta tutto ciò che è stato fatto per ottenere quel risultato.
      Che ne dici?

  • Stefano Manzotti ha detto:

    Le persone odiano dover alzare il culo per guadagnarsi da vivere.

    Mi occupo di internet marketing, ed il mio più grande obiettivo è quello di creare un team di marketers che collaborano per un fine comune.

    Ho trovato solo poca volontà, e davvero persone avverse al duro lavoro.

    La selezione è fondamentale.

    Si può arrivare al reddito passivo, si può arrivare ad avere una rendita, anche importante, ma solo con il DURO LAVORO.

    Parlo di anni di impegno, studi profondi, test su test, sabati e domeniche passate al PC (dopo l’intera settimana).

    Questo è impegno.

    Serve forza di volontà, serve voglia di riuscire!

    STEFANO MANZOTTI

    • Livio ha detto:

      Purtroppo le persone che rifuggono la fatica e cercano il “successo facile” sono sempre di più
      Detta nuda e cruda, stiamo sfornando generazioni di smidollati col culo molle, tuttavia mi sento ottimista.
      C’è molto lavoro da fare, ma ne vale la pena.

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