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Come si fa a trasformare una situazione potenzialmente traumatica in un successo strepitoso?

Te lo faccio raccontare da un mio amico: Nikolas Grasso.

Qualche giorno fa ho ricevuto un suo messaggio su Facebook. Voleva condividere con me il fatto di aver appena realizzato un sogno.  Wow, adoro queste cose. Adoro sapere di persone che ce la fanno e che raggiungono i loro obiettivi, soprattuto quando, in qualche modo, ho avuto l’opportunità di contribuire a tale successo.

Solo quattro anni fa, era allievo a un mio corso. In quella occasione si trovò davanti a 40 ragazzi come lui a parlare dei propri sogni, emozionato, agitato. Mi ha scritto per dirmi che aveva appena tenuto uno speech alle Nazioni Unite. Doppio Wow!

Mi sono chiesto: come avrà fatto ad arrivare là? e soprattutto come avrà fatto per sentirsi a proprio agio in una situazione di quel tipo?

Così gli ho chiesto di raccontarmi la storia e ora te la pubblico ma… con un piccolo contributo. Ho aggiunto alcuni commenti “da coach” per usare la sua esperienza al fine di imparare alcuni piccoli segreti che Nikolas ha usato per trasformare una potenziale esperienza “traumatica!” in un successo straordinario.

Buona lettura e… leggi tra le righe!

E’ successo tutto molto in fretta. Il mese scorso ho ricevuto una telefonata dal mio carissimo amico Fabio Marchesi seguita da un’email dell’Ambasciatore Angelo Toriello, che mi invitava a presenziare all’evento ‘I Do Happiness’ organizzato per la Giornata Internazionale della Felicità presso le Nazioni Unite a New York e sopratutto a tenere un discorso della durata di 5 minuti.

La mia prima reazione è stata: si lo voglio. Lo faccio. Accetto. Questa è un punto essenziale. Quando ci capita un’opportunità, conviene dire sì, anche quando non sappiamo ancora in che modo riusciremo a rispondere alla richiesta. La cosa importante è mettersi subito nelle condizioni di poter cogliere l’opportunità. Solo in un secondo tempo ci adoperiamo per metterci nelle condizioni di farcela alla grande. Chi tituba, per paura di non sapere come fare… può dire addio a quell’occasione.

Come se di richieste simili ne ricevessi ogni giorno, ma l’ultima volta che mi era stato chiesto di parlare della mia esperienza in pubblico risale all’anno scorso quando mi sono confrontato con gli studenti di quinta del liceo scientifico ‘Ballerini’ di Seregno che ho frequentato a mia volta. Parliamo di un gruppo ristretto di ragazzi, ora invece si trattava di parlare di fronte a un pubblico potenzialmente illimitato.

Quindi ancora prima di pormi il problema cosa dirò, come lo farò, quante persone ci saranno etc… ho risposto all’email accettando l’invito. Mica che poi l’Ambasciatore cambi idea, non si sa mai. 🙂 Come Volevasi Dimostrare (vedi sopra)

Ho seguito il mantra che ormai mi porto dietro da un po di anni: Just do it!

Se senti che la cosa fa per te accetta ancora prima di pensarci, perché se ci pensi troppo la mente ti creerà problemi inesistenti e dubbi inutili. Questo è vero. Se lasciamo la mente libera di pensare alle cose che possono potenzialmente procurarci problemi, avremo sicuramente dei problemi.

La mia seconda reazione è stata quella di dirlo in giro, condividere la notizia. Non solo a parenti e amici ma anche a gente con cui parlavo per la prima volta sottolineando il fatto che l’evento poteva essere seguito anche in diretta streaming. Era come se volessi che ci fossero più persone possibili. Stavo cercando di portare la mia sfida personale a livelli estremi. Se mi fosse capitato anni fa magari non lo avrei detto a nessuno se non a poche persone. Questa volta volevo fare le cose in grande. Questo è il potere del “Public Commitment”: l’Impegno Pubblico. Una recente ricerca universitaria ha dimostrato che dichiarando pubblicamente i propri intenti, si alzano le percentuali di realizzazione in maniera pazzesca. Molte persone invece, per paura di sputtanarsi e deludere facendo una pessima figura, decidono di non esporsi e di tenersi le cose per sé. Peccato!

Alcune delle domande più frequenti che mi sono state fatte prima di partire sono state:

  • Ma cosa dirai?
  • Sei emozionato?
  • Ma non hai paura?
  • Ma devi parlare in inglese?

Se ripenso a 4 anni fa almeno un dubbio del genere me lo sarei posto, ma il tempo passa e ho sentito che era arrivato il momento di non preoccuparmi della questione ma di occuparmene. Ho sentito la necessità di accettare quella che era sicuramente una sfida da una parte ma anche un’occasione unica di poter condividere con il mondo il mio pensiero, la mia passione, il mio entusiasmo. solo accettando le sfide possiamo crescere, migliorare e misurarci davvero. Inoltre Nikolas ha trovato motivazione dal fatto di condividere il suo pensiero e passione con il mondo intero.

Pochi giorni dopo ricevo un’altra email in cui mi si chiede di inviare titolo e breve descrizione del mio speech. L’ho intitolato ‘Felicità, Motore, Azione!’, ho scritto qualche riga che fosse in sintonia con quello che avrei detto e ho inviato.

Fabio Marchesi, creatore dell’evento ‘I Do Happiness’ e fondatore dell’Associazione Entusiasmologia Italia, avrebbe sostenuto un discorso sull’importanza della felicità nel mondo, mentre l’insegnante di Yoga Dashama Konah avrebbe parlato della sua esperienza nel campo dello yoga e della salute.

Dopo alcuni giorni tra la lista dei relatori spunta un nuovo nome: Paul McKenna A questo punto mi sono esaltato ancora di più e mi sono detto: è la mia occasione. Invece di sentirsi a disagio per condividere il palco con persone già affermate non lo ha spaventato. Ha dato un significato positivo alla cosa e ne ha tratto ulteriore motivazione e autostima.

Ora, essendo io un Filmmaker stavo già pensando a qualcosa da proiettare, ma visto che il tempo a mia disposizione era comunque limitato non volevo sostituire il video al mio discorso. Quindi ho preparato un breve video che potesse andare in parallelo con lo speech. Una cosa semplice con una base musicale adatta. Ho scelto momenti di felicità e gioia, estratti dalle riprese che ho fatto nel corso degli anni e le ho messe insieme. Non ha cercato di stra-fare. ha optato per la semplicità, sapendo che il messaggio più importante, ancora prima del video, sarebbe stato lui stesso.

E poi è arrivato il momento di partire, 4 giorni prima dell’evento.

Molti mi hanno chiesto: ‘Allora, pronto? Il discorso, tutto preparato?’ Mi sono limitato ad annuire perché ero davvero convinto che sarebbe andata alla grande.

E sapete la cosa più divertente? Il discorso non lo avevo ancora scritto! Non che non ci avessi pensato, non che non lo avessi già provato in mille varianti diverse. Semplicemente non lo avevo ancora messo nero su bianco. Nonostante il tempo volasse non era ancora giunto il momento in cui essere da solo e potermi concentrare per bene. Ho iniziato a scriverlo sul cellulare a 10.000 m di quota tra Amsterdam e New York. Ognuno ha il suo posto preferito per scrivere. A me piace scrivere in volo oppure in macchina (chiaramente non mentro guido!). Atteggiamento rilassato. >Come un atleta che nei giorni prima di una finale si distrae e pensa ad altro. Inizierà a concentrarsi alla gara il giorno stesso. Nikolas è rimasto calmo e ha scelto un momento e un contesto per lui di ispirazione per allineare le idee.

Arrivato a NY ero esaltatissimo. Sapevo di avere anche amici con cui potermi incontrare e anche parenti. Tra gli amici che erano presenti in quel momento a NY ci tengo a citare Davide un ragazzo che avevo conosciuto 4 anni fa al RYLA, un corso di leadership sponsorizzato dal Rotary e capitanato da Livio Sgarbi.  E’ il corso di cui parlavo prima in cui Nikola era allievo.

Io non credo nelle coincidenze e il giorno prima dell’evento mi sveglio la mattina e su FB mi appare una foto. FB in quel momento mi ricorda che 4 anni prima io ero su di un palco al fianco di Livio con davanti una trentina di ragazzi. Mi stavo semplicemente presentando, parlando in breve di me. Ma ricordo bene la sensazione di farfalle allo stomaco e la mia voce tremolante che solo a pensarci mi vengono i brividi. Nicolas ha lavorato su di sé ed è cambiato, migliorato. In 4 anni si possono fare cambiamenti pazzeschi, se ci si impegna davvero.

In un secondo vengo catapultato indietro nel tempo. Mi guardo mentre parlo e tra me e me mi dico: Cavoli come ero impacciato. Domani faccio vedere a tutti di che cosa sono capace’.  Usare il Dialogo Interno in maniera positiva e motivante fa la differenza. Il nostro stato interiore è fortemente influenzato da ciò che ci diciamo nella mente.  Ritorno al presente, sorriso in faccia, convinto al massimo della buona riuscita del mio discorso. Guardo fuori dalla finestra e vedo il Palazzo di Vetro dove all’indomani avrei parlato nella seconda sala più ampia delle Nazioni Unite in quanto la più grande era in uso per un’altro evento. Rileggo il discorso e lo riprovo perché una delle cose a cui tenevo di più era non solo esporre i miei concetti ma cercare di non dipendere dal foglio. Volevo essere il più convincente possibile, volevo poter emulare nel mio piccolo grandi comunicatori e speaker, uno fra tutti Tony Robbins. Avere dei modelli di eccellenza a cui fare riferimento posiziona gli standard verso l’alto e ci permette di seguire percorsi di successo in maniera più facile.

Mi sono in ogni caso stampato il discorso come back up nel caso tutto il mio film mentale fosse andato in corto circuito nel momento in cui fossi salito sul palco davanti a tutte quelle persone. Il film mentale… già… la mente lavora per immagini e Nikolas lo sa bene. Ha visualizzato il successo nella propria mente come fa un campione sportiva ma nel contempo si è messo in tasca la rete di salvataggio. 

Non credo ci sia niente di male a farsi più scenari possibili, l’importante è concentrarsi su quello che si vuole realizzare, nel mio caso: salire sul palco, parlare un inglese il più pulito possibile, non dipendere troppo dal foglio, guardare il pubblico focalizzando l’attenzione su tutta la sala e non solo su una persona in particolare, improvvisare se necessario, finire, sorridere, godersi il tutto. Essere pronti al peggio, ma aspettarsi il meglio!

Appena entrato in sala vedo tra i presenti Daniel Craig. No, non era un’allucinazione. Il mio 007 preferito era presente in sala. Emozione!

Subito prima del mio intervento abbiamo fatto una meditazione potentissima ideata da Fabio Marchesi con persone sparse nel mondo che la stavano facendo in contemporanea. Un’esperienza unica nel suo genere.

Salito sul paco ho parlato di me, della mia passione per la cinematografia, del fatto che penso che la felicità stia alla base del successo e sia la chiave giusta con cui affrontare la vita. Ho consigliato dei film e fatto paragoni con personaggi come Sylvester Stallone che da giovane nessuno si filava fino a quando la persona giusta gli ha dato una possibilità. Lui l’ha presa ed il resto è passato alla storia. Ho colto l’occasione per ringraziare la mia famiglia e tutti coloro che hanno creduto e credono in me. In sostanza ho fatto capire che la stessa passione che avevo da ragazzino la porto ancora nel cuore a 28 anni e sono più carico che mai. Più che parlare dei miei film, dei premi e dei festival a cui ho partecipato ho voluto soffermarmi sull’aspetto umano e personale che ci accomuna tutti indipendentemente dal lavoro che svolgiamo. Se lo facciamo con gioia, lo facciamo sicuramente mille volte meglio. Vivere nella gratitudine un evento così forte ti permette di imprimerlo nella mente e nel cuore in maniera indelebile, inoltre smuove le emozioni dell’audience.

La cosa ancora più bella? Un discorso che doveva durare all’incirca 5 minuti è durato più del doppio e verso la fine del mio intervento l’Ambasciatore è salito sul palco e ha condiviso con il pubblico un episodio divertente che ci era successo la sera prima.

Sono sceso dal palco con una sensazione di gioia indescrivibile. La prima cosa che mi succede? Una donna dal pubblico mi da il suo biglietto da visita. Leggo le parole Produttrice e CBS. La guardo, la ringrazio, sorrido e le do il mio biglietto da visita.

A New York ci sono stato varie volte ma questa sicuramente occuperà un posto speciale nel mio cuore.

Sono tornato a casa soddisfatto, sia perché è andato tutto come avevo previsto sia perché ho conosciuto tantissime persone nuove, persone dalle quali ho imparato qualcosa e con le quali rimarrò in contatto. Persone che condividono con me la gioia di vivere.

Mi piace spesso fare questo paragone: pensa di aver scritto la sceneggiatura di un film grandioso e spettacolare. Se dopo averla scritta la tieni nel cassetto oppure salvata sul computer nessuno la potrà leggere. Sharing is caring cari miei. Se pensate di aver qualcosa di importante da dire condividetelo. Un po come ho fatto io domenica scorsa mentre parlavo al pubblico presente e un po come faccio adesso con voi raccontandovi a posteriori la mia esperienza.

So di essermi dilungato abbastanza nel raccontarvela ma ci tengo a ricapitolare tre consigli che voglio darvi in relazione al public speaking:

  • Se sei tra un pubblico vasto e il presentatore dell’evento chiede se ci sono domande e tu ne hai una che vorresti fare alza subito la mano. Non pensarci due volte. Stessa cosa, se ti invitano a tenere un discorso piccolo o grande che sia, accetta le occasioni che ti si propongono. Just do it!
  • Non preoccuparti di ciò che potrebbe pensare la gente e dei dubbi che cercherà di inculcarti nella testa. Pensa per te stesso e fai le considerazioni necessarie affinchè sia una bella esperienza. Se ti senti pronto per pubblicizzare l’evento invita i tuoi amici, i tuoi parenti e più persone possibili. E’ la tua occasione. Fai vedere di che pasta sei fatto.
  • Scrivi il discorso al computer o a mano. Ripassalo a voce alta. Se hai bisogno fallo davanti a conoscenti giusto per sentire il loro feedback. Sii pronto a cambiare le carte in gioco anche all’ultimo minuto. Non perderci troppo tempo pero’. Il 90% lo devi fare tu, non le parole che hai scritto. Come ti muovi, come tieni la schiena, come parlerai. Il tuo corpo deve rispecchiare il tuo discorso. Devi essere convinto di ciò che stai facendo. Se vuoi leggere leggi dal foglio, in questo modo potrai dosare più facilmente pausa, intonazione etc. Se vuoi provare a farlo a ruota libera, vai. Se dimentichi qualcosa guarda il foglio giusto un attimo o improvvisa. Cerca di interagire con il pubblico il più possibile. Nel caso fai qualche battuta, far sorridere qualcuno funziona sempre.

Grazie a tutti quelli che hanno letto la mia esperienza alle Nazioni Unite.

Spero di esservi stato d’ispirazione.

Un Sorriso

Nikolas

Livio

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