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AttualitaLife Coaching

Incoerenza o ragionevolezza?

By Novembre 10, 20119 Comments

Sul New York Times ha pubblicato un articolo molto particolare i cui contenuti sono poi stati riportati anche su La Stampa. Nella Waldorf School of Peninsula, nella Silicon Valley, l’imperativo è: “ricordati di dimenticare a casa il tuo iPad!”.

La scuola, di matrice Steineriana, non prevede infatti l’uso di alcun apparecchio elettronico o computer per le classi elementari e medie. Usano lavagne e gesso, scrivono con matite e pastelli, lavorano a maglia, studiano la poesia e l’arte in genere attraverso l’esperienza e il gioco; vanno nei campi a coltivare l’orto e a pigiare l’uva, per rimanere “ancorati alla terra” e alle cose basiche della vita. Iniziano le lezioni con la ritmica e i conti li fanno dividento una torta o attraverso strumenti rudimentali costruiti da loro stessi. Usano strumenti naturali in legno e attribuiscono la stessa importanza delle materie scientifiche e umanistiche anche a quelle artistiche e creative. Cantano in classe, fanno Euritmia, affrontano la spiritualità con naturalezza e senza dogmi di sorta.

Insomma direi uno stile didattico e di apprendimento leggermente “controtendenza”…

Ma non è tanto questa la cosa curiosa che mi fa chiedere se si tratta di incoerenza o di ragionevolezza, quanto il fatto che la stragrande maggioranza degli alunni di questa scuola è rappresentata dai figli di manager che lavorano nelle più famose aziende in campo informatico. Dalla Apple a Google, si sa, la Silicon Valley accoglie la più alta concentrazione di aziende del settore informatico del mondo.

Ma come, uomini e donne che vivono per l’elettronica e la sostengono e la sviluppano in tutte le aree della vita, che ci credono… preferiscono tenere i loro figli lontani dai computer? Com’è possibile? perchè?

Sono persone incoerenti con quello che fanno nel lavoro o c’è quache ragione sensata per optare per una scuola così particolare?

Per quanto mi riguarda, seguo il pensiero di Steiner da un po’ di tempo ed anch’io ho optato per la scuola Waldorf per i miei due bimbi. Eppure, se mi segui da un po’ lo saprai, sono un appassionato della Apple e faccio costante e assiduo uso di Internet e dei sistemi informatici più all’avanguardia.

Sarò incoerente o ragionevole?

A te l’ardua sentenza.

Livio

Author Livio

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Join the discussion 9 Comments

  • Francesco ha detto:

    Ciao Livio,

    non credo di avere la risposta alla tua domanda, ma vorrei lo stesso dirti la mia.
    E’ molto interessate lo scenario che hai dipinto e sicuramente stimola alcune riflessioni.

    In generale, sono fan della vita “allargata” piuttosto che “allungata” e mi piace la libertà. Mi piace essere libero di scegliere di che cosa parlare, come comportarmi, che vestito “mentale” indossare oggi. Altrimenti non credo che una persona possa definirsi libera.

    Non vorrei di certo essere un asso nel pigiare l’uva mentre non so utilizzare un computer. Mi perderei la ricchezza di internet, il business che può dare, il piacere di usare un prodotto Apple 🙂
    Non vorrei essere schiavo del mio iPhone senza riuscire ad apprezzare il valore e la bellezza di una zucca o di una castagna, perché sarei un idiota. Ogni tanto fa bene riflettere sul miracolo che è la Natura.

    Quando ero bambino, all’asilo, pigiavamo l’uva, facevamo il pane e ci insegnavano principi e valori. Non cambierei quelle basi. Nel tempo ho imparato ad apprezzare la tecnologia, adoro Google e casa mia è tutta una mela morsicata. Forse il contrario non sarebbe stato possibile…

    Non so se ti ho dato qualche spunto… Sto leggendo la biografia di Steve Jobs. Racconta di quando suo padre gli spiegava l’importanza di costruire a regola d’arte la parte interna e nascosta dello steccato dietro casa. Non l’avrebbe vista nessuno, ma doveva essere perfetta anche per quello. Io ci aggiungo: PROPRIO per quello.

    Credo che non ci sia incoerenza quando due estremi riescono a coesistere, ma solo intelligenza e volontà, appunto, di allargare la propria vita.

    Ciao e a presto!

  • Mercedes ha detto:

    Mi trovo nella tua situazione in quanto dopo aver conosciuto altre realtà, abbiamo cambiato e scelto la suola Waldorf per le nostre bimbe, e in quanto appassionata dell’uso che posso fare della tecnologia (apple :-D) oggi a disposizione.

    Non so se sono raggionevole o no, sento col cuore che è la scelta giusta. Se ci devo mettere la testa, credo che sia io, che tu e i manager della google o della Apple, siamo cresciuti senza ipod, senza internet e senza cellulari, e credo che la nostra infanzia probabilmente oggi sia il nostro tesoro. Io, senza isolare le mie figlie dalla realtà, voglio donarle la possibilità di crescere così, di essere bambini come la intendo io. Poi avranno tutto il tempo, la intelligenza e la fortalezza emotiva per conoscere tutto il resto.

    Mercedes

  • Livio ha detto:

    Bene, mi solleva sapere di “non essere solo”…
    😉

  • Luca Chiesi ha detto:

    Ciao Livio!
    Anche io mi trovo nella stessa situazione tua e di Francesco e Mercedes (anche se non ho nessuna Mela in casa!).
    Non credo affatto che si tratti di incoerenza: è che si parla di cose che sono perfettamente sovrapponibili perchè hanno una …frequenza diversa.
    L’educazione rappresenta la base, il contatto con la natura e con la realtà sono i migliori insegnanti e quindi dovrebbero essere presenti fin da piccoli e il più possibile anche da grandi (o si corre il rischio di vivere in un mondo fittizio che non esiste da nessuna parte se non nella nostr mente); l’uso della tecnologia e di tutte le sue infinite potenzialità è invece un surplus, che permette di rendere la vita più bella, ricca, colorata, informata e di azzerare le distanze e i tempi, ma di cui si può e si deve fare a meno, qualora non fosse più a disposizione.

    Mi sembra quindi più che naturale che i genitori super-manager vogliano tenere lontani i bimbi dall’informatica, fino al momento giusto: forse perchè conoscendola bene sanno che, incontrata al momento sbagliato o nel modo sbagliato, fa più male che bene.
    Se si insegnasse un’informatica “attiva”, avrebbe un senso; ma oggi nelle scuole viene fatta quella che ti va diventare un semplice consumatore, un utente “passivo”. Questo sì che fa danni!

    Concludo dicendo che io ho l’abilitazione all’insegnamento dell’informatica, ma che a scuola la insegno e la faccio fare prima di tutto e per molto tempo con… carta e penna! Vedessi che entusiasmo e che soddisfazione per quei fogli di carta diventati calcolatori automatici!… E che non ti piantano certo qualche schermata blu di tanto in tanto… 🙂
    Ciao!

  • Roberto ha detto:

    Tutto sommato essere liberi è anche essere incoerenti in modo ragionevole. Oppure folli in modo consapevole 🙂

  • dimagrirecongusto ha detto:

    …bella domanda di riflessione, Livio….. Comunque io credo che ci sia un tempo per tutto…

  • Emanuela Prodan ha detto:

    Ciao Livio,ti voglio dare una risposta vera del nostro vissuto; credo fermamente all’evoluzione positiva dell’informatica, la definizione dell’utilità è molto diversa da quella che serve realmente ai bambini e ragazzi. Davide nostro figlio è cresciuto in campagna e posso confermare vivamente ha trascorso giornate meravigliose a cavallo, ha apprezzato conoscere tutte le fasi positive della coltivazione dei campi e delle fattorie. Quando è ritornato in città, si sentiva in gabbia, ora ci siamo trasferiti in un paesino fuori città ha ritrovato la calma è ritornato a cavallo nel luogo dov’è cresciuto, il sorriso è bellissimo sul suo viso c’è serenità. La sottoscritta e Corrado abbiamo vissuto in campagna e abbiamo regalato di cuore le stesse emozioni a nostro figlio, valori così belli, dove la vita ha colori veri della natura. Il computer sarà un mezzo di comunicazione che servirà in seguito alle scelte evolutive della vita. Ciao 🙂

  • Secondo me ci vuole tempo per ogni cosa.. I tempi cambiano, e noi con la tecnologia, ma alcuni strumenti devono essere complementari all’ apprendimento.. non devono inibire la fantasia e ostruirlo (a mio avviso). Sono ben contento della mia infanzia e felice di essermi “sporcato le mani” invece di trovarmi tutto pronto dietro un tablet o uno schermo.

  • zara ha detto:

    bella domanda di riflessione, Livio….. Comunque io credo che ci sia un tempo per tutto…

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