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In montagna a lezione di coaching.

By Agosto 18, 20114 Comments

Ho sempre scelto il mare alla montagna. Nonostante ami camminare, la vacanza d’estate non era tale se non c’era il mare di mezzo. La montagna in inverno, per sciare, e il mare in estate. Conto sulla punta delle dita di una mano, le volte che sono stato in montagna d’estate per fare delle escursioni e camminare. Una di queste l’ho proprio fatta pochi giorni fa, e mi è piaciuta talmente che mi sono ripromesso di farne con continuità.

Come oramai saprai, amo fare collegamenti tra le esperienze di vita quotidiana e la crescita personale. Credo profondamente che la vita continui ogni giorno a darci lezioni preziosissime, a volte mascherate da semplici “faccende da sbrigare” e altre volte mascherate da attività più impegnative. Il coaching che amo fare, si nutre di questi parallelismi.

Sta di fatto che mi lascio coinvolgere volentieri nell’organizzazione di questa “simpatica spedizione”: eravamo tre adulti, tre bimbi e un cane. Arriviamo al rifugio “Battisti” dopo  un’ora e mezza di camminata. Prendiamo alloggio, e ci andiamo a fare una bella passeggiata fino al lago Bargetano, dopodichè si rientra in rifugio.

Il giorno dopo si parte per la cime del monte Cusna. Sono “solo 2121 m” non si tratta di un ottomila, intendiamoci,  ma quando guardi un monte da lontano, soprattutto se lo vedi immerso nelle nuvole e scuro per l’ombra, incute sempre un po’ di timore. Il primo pensiero che abbiamo avuto tutti, essendo alle prime armi, è stata “troppo lunga, e difficile arrivare lassù in cima”. Non abbiamo avuto il coraggio di dirlo apertamente, ma lo abbiamo pensato tutti.

In quei pensieri la mia voce interna mi ha tranquillizzato: “lo fanno tutti, anche i bambini, quindi… è solo questione di mettersi in marcia”. E così abbiamo fatto. La camminata è stata abbastanza lunga e, per un primo tratto (1h 15 min), la vetta del monte non si vedeva nemmeno perchè coperta da un crinale. Questo è stato un bene perchè sennò ci avrebbe ricordato il pensiero iniziale. Così, il nostro obiettivo è stato subito portarci alle pendici del crinale. Dopodichè, il secondo obiettivo è stato salire sul crinale. Ripido e un po’ faticoso (soprattutto per i bimbi) ma alla fine siamo stati premiati dall’incantevole vista. Da una parte i monti delle Alpi liguri e dall’altra le colline e le valli del reggiano: la pietra di Bismantova, il Ventasso, ecc.

A quel punto vediamo di nuovo la vetta del Cusna, e ci ricordiamo che l’obiettivo è sempre là, ancora distante. Individuiamo due punti intermedi: la stazione finale di una seggiovia, e una punta rocciosa da aggirare abbastanza bruttina da vedere. La cartina la indicava con lo spettrale nome di: “La roccia della morte”. Meglio non chiedersi il perchè… Proseguiamo. La punta del Cusna è sempre più in ombra e appare abbastanza impervia da raggiungere. Mi chiedo come sia possibile che ci facciano arrivare dei bambini… mah! Forse sono io che vedo qualcosa che non è come sembra, e mi dico: “prosegui, arrivaci quantomeno ai piedi”.

Superiamo la roccia e la seggiovia. A questo punto dobbiamo passare lateralmente da una cima che si trova proprio a fianco della nostra meta ultima. Il sentiero è stretto e alla sinistra c’è un dirupo abbastanza preoccupante… penso ai bimbi. Chiedo loro di fare attenzione e, sempre con tranquillità e motivazione, ci portiamo avanti fino ai piedi della cima. Alla fine ci troviamo proprio di fronte all’obiettivo e, dopo aver camminato per due ore e mezzo, non abbiamo la minima intenzione di fermarci qui.

Fortunatamente ci sono due vie per raggiungere la vetta: una diretta dove si arrampica una parete esposta e una più semplice che aggira il monte e sale da dietro. Ci avevano caldamente sconsigliato la prima (riservata ai più esperti) così decidemmo di prendere la strada più lunga ma più sicura. Altri 40 minuti e alla fine… siamo sulla vetta del monte.

I bimbi sono elettrizzati, e stranamente anche io mi sento nello stesso modo. Si tratta di un monte piuttosto basso e con un percorso a zero difficoltà eppure la sensazione era davvero forte. Avevamo conquistato un obiettivo che ci sembrava quasi impossibile da giù! E allora, mentre sono lì in cima, penso alla vita di tutti i giorni; a come sembrino irraggiungibili gli obiettivi quando li guardi da lontano. Penso a quante persone si scoraggino ancor prima di cominciare e per questo motivo non si mettono nemmeno in marcia.

Nella disceva per tornare al rifugio, penso a cosa ci ha permesso di arrivare alla meta, nonostante le perplessità iniziali e ne traggo alcuni punti che ritrovo essenziali anche nella vita:

  • Ci siamo comunque messi in marcia. Alla peggio avremmo fatto una bella passeggiata sul crinale e visto un panorama fantastico.
  • Non ci siamo demotivati o scoraggiati a vicenda. Nonostante tutti avessimo pensato alla possibilità di non farcela (anche per i bimbi), nessuno a cercato di “dissuadere gli altri dall’impresa.
  • Ci siamo fissati piccoli obiettivi di volta in volta: il crinale; la seggiovia; la roccia della morte, ecc.
  • Quando incontravamo persone di ritorno dalla vetta, attingevamo sempre più fiducia.
  • Tutti eravamo motivati dall’idea di arrivare in vetta.

Sono convinto che se nella vita riuscissimo sempre ad avere questo atteggiamento, potremmo conquistare un sacco di “vette” in più.

Ci vediamo sulla vetta! Buona camminata.

Livio

Author Livio

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Join the discussion 4 Comments

  • Marilena ha detto:

    Ciao Livio,
    amo la montagna e quando vado in quota, faccio sempre il ragionamento, del porsi dei piccoli obiettivi, per raggiungere l’obiettivo finale…la montagna è una grande scuola di vita.
    Marilena

  • Silvia Tomba ha detto:

    Ciaooo Livio! Un saluto dalla vetta! Ehh si…sono proprio contenta del tuo articolo, complimenti! …come sempre sei capace di elevare tutti noi sulla vetta piu’ alta delle nostre emozioni! E te lo dice una che in vetta e’ abituta a salirci…in tutti i sensi! Ti sto scrivendo da Madonna di Campiglio dove vengo ormai tutti gli anni da quando ne avevo sette! In inverno la neve ma…d’estate la meraviglia delle Dolomiti! Non saprei cosa preferire…devo dire che l’estate pero’ e’ impagabile qua su’….l’aria e’ rarefatta, il profumo del bosco ti entra dentro e lo spettacolo della vista che hai dalle vette dolomitiche e’ un gran regalo!! Condivido tutto quello che hai scritto…la montagna sa darti continuamente delle splendide lezioni di vita…l’importante e’ saper ascoltare i messaggi della natura e non smettere mai di mettersi in marcia! La montagna e’ l’unico posto al mondo in cui il silenzio e’ in grado di spiegarti molto di piu’ di mille parole….ogni tanto e’ bene smettere di parlare…lasciare spazio ai pensieri e alla mente…ascoltare cosa accade intorno a te e …iniziare a camminare! Sono tanti anni che vivo la montagna e sarebbe un piacere mettersi in marcia insieme a te verso una delle tante vette che la vita ci mette di fronte! Quando vuoi…sarai mio ospite sulle Dolomiti! Invito garantito per te e la tua famiglia eh! …nel frattempo….prima di rivederci al prossimo Vitality…mi rimetto in marcia verso l’ultima vetta di questa vacanza…Passo Groste’ verso il Rifugio del Tucket e discesa alle cascate di Vallesinella…meraviglioso! Un abbraccio e grazie! Silvia

  • Livio ha detto:

    Grazie Silvia dell’invito. E’ qualche anno che in inverno veniamo a Madonna a sciare. Il Grostè… che spettacolo. Forse il prossimo anno verremo anche d’estate, chissà!

  • Grazie per questo articolo bellissimo! E buona camminata!

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