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Attualita

E’ morta Whitney Houston. Successo e felicità visti con gli occhi di un Mental Coach.

By Febbraio 12, 201210 Comments

Quando ho letto la notizia della morte di Whitney Houston è come se avessi sentito un pezzetto di cuore staccarsi. Apprezzavo la cantante già dagli anni ’80 fin dal suo pezzo d’esordio “How will I know” ma il vero amore è scoccato nel 1992, anno in cui interpretò il film “The Bodyguard” a fianco di Kevin Costner.

Quel film la consacrò definitivamente una vera e propria DIVA. Dopo l’incredibile successo come cantante, ora aveva dimostrato di saper anche recitare. Un talento naturale con una voce straordinaria il cui destino sembrava riservare lei una vita fantastica.

Purtroppo però non andò esattamente così. Qualcosa andò storto ed è evidente che la sua vita non fu affatto felice.

Da fan non posso che piangere la sua scomparsa pensando che se n’è andato uno dei talenti canori più apprezzabili del nostro tempo.

Da mental coach invece, non posso non fare considerazioni diverse. Parliamo del successo e della felicità.

Nei miei corsi, spesso mi si chiede di affrontare questo tema. Per molte persone la felicità è fortemente legata al successo, della serie: “sarò veramente felice quando avrò realizzato il successo che desidero“. L’atteggiamento più diffuso è quello di legare la propria felicità al raggiungimento degli obiettivi, ma non c’è cosa più pericolosa e fuorviante (leggi l’articolo che scrissi sull’Arte della felicità).

Mi spiace dover usare come esempio questa triste notizia, ma ahimè è troppo significativa per lasciarmela sfuggire.

Giovane, bellissima, talentuosa, di successo, popolare, ricca… e Dio solo lo sa quante altre cose invidiabili potrei scrivere. Ognuno di questi potrebbe essere un ottimo motivo per essere felici, per godersi la vita e le bellezze che offre. Eppure non è andata così. E non parlatemi di “belli e dannati” perchè lei non era proprio una bella e dannata alla Amy Winehouse.

Il successo è affascinante e maledettamente seduttivo, e se non lo gestisci a modo, diventa un’arma a doppio taglio. Mi fa venire in mente “Il signore degli anelli”. Chi si impossessava dell’anello pensava di possederlo, ma appena lo indossava… era l’anello ad impossessarsi di lui. Il successo mi fa venire in mente più o meno la stessa cosa. E’ facile che prenda la mano e che ti catapulti “fuori dalla realtà” scollegandoti dalle cose che più contano e soprattutto scollegandoti da te stesso.

Quando perdi il contatto con te stesso iniziano i problemi.

L’alchool e le droghe diventano una costante in questi casi, accompagnati da depressione, ossessioni e da disturbi alimentari… Nel giro di poco tempo non ti riconosci più, e ti accorgi che la vita ti sta sfuggendo di mano.

Da mental coach non posso che segnalare a tutti un altro esempio che deve farci riflettere.

Per essere felici non dobbiamo aspettare niente di più rispetto ciò che abbiamo e ciò che siamo. La felicità è uno stato interiore che dipende da noi e che possiamo imparare ad allenare. Detto ciò, esorto tutti a porsi obiettivi, a sognare, a ricercare per se stessi e per i propri cari, il meglio possibile, ma senza dimenticare, nel frattempo, di essere felici.

Per ricordarci di Whitney, un passo nel passato… una voce incredibile.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=37UsZ10YdEE

Livio

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Join the discussion 10 Comments

  • erio ha detto:

    Già. Mi ricorda che i momenti più felici che abbia vissuto in questa vita sono stati quelli in cui riuscivo ad apprezzare le piccole cose, quelle che sono sempre intorno a noi. Quando non provavo la tensione di cercare di raggiungere qualcosa apprezzando quello che già avevo. Gira e rigira, la gratitudine per quello che già si ha è l’atteggiamento migliore nei confronti della vita.

    • Livio ha detto:

      Ciao Erio, sembra scontato e banale ma è proprio così. La vita va vissuta al 100% ogni giorno e se non godi di ciò che hai (tanto o poco che sia) provando gratitudine, rischi di non vivere”.

  • Alessandro Dattilo ha detto:

    Su questo tema, a chi non avesse letto il libro di Livio “Dai colore alla tua vita”, consiglio la terza parte: “Goditi la regata”.

    Si parla molto molto bene del fatto che la vita è fatta per lo più di quotidianità, di routine, di piccole cose che si ripetono.

    Per vivere una vita straordinaria non c’è bisogno di fare sempre e solo cose straordinarie. Piuttosto, bisogna essere capaci di trovare la straordinarietà nelle piccole cose. Livio lo spiega con la sua immediatezza.

    Sperling & Kupfer, 16 euro e 50 spese benissimo!

    Grazie di cuore, Coach.

    • Livio ha detto:

      Grazie Alle, per la tua dritta, andrò sicuramente a leggerlo!!!
      A parte gli scherzi, lo sai che mi ero dimenticato di averne parlato nel libro? Sono andato veramente a rileggermi il pezzo, ed è stata una bellissima sensazione di dejavù.

  • susi ha detto:

    Ho sentito tempo fa una tua teleconferenza sulla felicità, che mi aveva colpito molto per la sua semplicità ed immediatezza. Felicità non significa soldi, carriera, successo, popolarità, bellezza… felicità è la SEMPLICITA’ del sapere guardare dentro noi stessi, nella nostra essenza. Felicità è essere FELICI di essere semplicemente VIVI. Ed è qualcosa che si trova da qualche parte dentro di noi, l’ultimo posto dove di solito si va a cercare… complimenti per tutto. A presto. susi

    • Livio ha detto:

      Ciao Susi, grazie per i complimenti.
      La Felicità è davvero dentro di noi e all’interno della nostra stessa vita.
      E’ incredibile come siamo ciechi alle volte, non trovi?

  • Alle ha detto:

    Sì… stavo proprio facendo le tue stesse considerazioni ieri con i nostri corsisti di PNL a Milano… Forse è proprio il nome “felicità” che trae in inganno (come se fosse una cosa che hai oppure no).

    Piuttosto ha senso parlare dell'”essere felici” che invece, come suggerisci giustamente tu, è un processo da allenare ogni giorno.

    Qualche tempo fa scrivevo proprio un post su questo concetto http://www.pnlekis.com/la-pnl-e-i-segreti-dellessere-felici
    Da fan del talento di Whitney sono molto triste… ma tutto ciò mi sprona ad impegnarmi sempre più intensamente per allenare la mia felicità.

    R.I.P. Whitney.

  • Roberto ha detto:

    Per quanto mi riguarda in realtà la felicità non è un obiettivo ma il percorso. Sicuramente voi ne sapete più di me in questa materia, ma io mi accorgo che è facile confondersi e a quel punto focalizzi sulla infelicità, ovvero come uscirne, anziche sulla felicità, che è quella cosa che ti fa sorridere dentro e fuori 🙂

  • simona ha detto:

    La vita è davvero meravigliosa, perchè ci regala opporunità per crescere e vedere le cose sotto un’altra luce continuamente. Sono stata una fan di Whitney Houston dal suo esordio, l’ho sempre considerata un angelo in terra, con quella voce e quello sguardo. Qualche mese fa ho comprato un doppio cd dei suoi successi ed ho passato intere giornate ad ascoltarlo! Credo che la musica, così come i profumi, abbia un potere rievocativo pazzesco! E così mentre ascoltavo le sue canzoni mi sono ritrovata catapultata ai miei 13 anni 14, 15 e così avanti…e mi sono vista allora, vivendo le emozioni di allora con la testa e la consapevolezza di adesso. Ed ho pensato a tutto quello che sognavo allora, a quello che avrei voluto diventare….e così quasi all’improvviso ho ralizzato…e mi sono detta “caspita ma io sono esattamente come sognavo di essere, ho quello che avrei voluto avere, e mi sento come avrei voluto sentire” e quasi non me ne ero accorta!!! Siamo sempre in cammino e non mi sento arrivata, ma accorgermi che un pezzo di strada l’ho già fatto è un gran bel punto di partenza.. Sono felice e grata! E allora grazie Whitney per quello che mi hai lasciato e grazie Livio per per le tue parole sempre attente e profonde.

  • Paola ha detto:

    Ciao Livio. Vorrei condividere una cosa che ho imparato pochi mesi fa. Ero ad un bivio e mi si prospettavano una rinuncia oppure un ulteriore impegno nel risolvere una situazione gravosa (di quelle che sai benissimo che se riuscissi a risolvere, tutta la vita sarebbe d’ora in poi migliore, una di quelle questioni “nocciolo”, per così dire). Per un pò ho provato a prospettare la rinuncia e, già solo avendola nel pensiero, si stavano muovendo verso di me, molto facilmente, situazioni che mi avrebbero portato tanto lontana, ma tanto tanto tanto… dal mio stesso desiderio. Ho compreso che era necessario rivedere la mia scelta e alimentare l’impegno per risolvere. Ora so che ho fatto bene.

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