Skip to main content

<<Pari o dispari?>>Bimbi giocano a calcio

<<Pari>>

<<Io dispari>>

<<Bim, bum, bam.. 2 +3 = 5. Dispari. Scelgo per primo io!>>

Tutto iniziava così. In un giardino, in una piazzetta o in una strada poco trafficata. Due bimbi, i capitani, che si accordavano per scegliersi i componenti della squadra. I pali fatti con le maglie e i giubbotti ammucchiati a terra; niente fuori gioco; ma soprattutto… niente arbitro. Fallo, punizione, rigore, fuori, alta, rete… tutto deciso “a buon senso”.

Nel gruppo c’era ovviamene chi voleva sempre aver ragione, chi discuteva e chi lasciava stare; chi si arrabbiava e chi calmierava gli animi. Tanto alla fine si trovava sempre un equilibrio e ci si divertiva come dei matti. Ogni tanto si bisticciava, ma il giorno dopo tornavamo lì a giocare di nuovo, magari nella stessa squadra. Tutto iniziava e moriva lì.

A pensarci oggi sembrano passati mille anni e i ragazzini di oggi sembrano così… diversi da come eravamo noi. Immaginare una partita di calcio autoarbitrata sarebbe pura utopia…

… e invece no! Gianni Rivera, responsabile del settore giovanile scolastico della FIGC, ha istituito per la categoria pulcini (8-10) anni, le partite autoarbitrate. Proprio come si faceva una volta all’oratorio. Se funzionava una volta, funzionerà anche adesso.

I bambini sono bambini e devono divertirsi. Non ho dubbi sul fatto che a quella età riusciranno a gestirsi. Difatti il propblema non sono i bambini. Il problema sono I GENITORI! Affermazione decisamente forte, ma lo dico con cognizione di causa. In qualità di Mental Coach sportivo lavoro spesso con atleti giovani, e molte volte l’influenza dei genitori, ancorchè mossa a fin di bene e inconsapevole, fa più danni della grandine.

In alcuni sport più che in altri (e il calcio è uno di questi) le aspettative dei genitori sono tali da generare nel ragazzo tensioni e pressioni che non dovrebbero esistere in quella fase. La cosa curiosa è che i genitori affermano di non interferire assolutamente, nel bene e nel male. Ritengono di essere neutrali, di essere meramente degli accompagnatori, eppure, quando mi capita di assistere alle gare insieme a loro… beh, lasciamo perdere.

Sono curioso di sentire le reazioni degli adulti fuori dal campo, quando i bambini decideranno per una cosa piuttosto che per un’altra. Si sentiranno commenti, teste che si squotono e braccia al cielo… mentre i bambini avranno già ripreso a correre e a divertirsi. 🙂 Che bella lezione sarebbe!

Spero ardentemente che l’inizuativa produca esiti positivi affinchè si possa creare una nuova tendenza e ritrovare nello sport quello spirito agonistico sano e formativo che lo sport dovrebbe sempre avere. Quantomento con i bambini.

Sarebbe l’opportunità per insegnare loro a responsabilizzarsi, insegnare a non scaricare le proprie frustrazioni sugli altri (gli arbitri), a non simulare, a trovare un equilibrio sociale e di gruppo… ci sono svariate implicazioni positive che sarebbe un peccato perdere.

Forza allora… andiamo a giocare!

Livio

Author Livio

More posts by Livio

Join the discussion 2 Comments

  • Luca Chiesi ha detto:

    Ciao Livio! Bella questa notizia, speriamo faccia scuola.
    Nel mio piccolo ho provato a fare qualcosa di simile con le auto…valutazioni dei compiti in classe di matematica, lungo quasi tutto l’anno scolastico scorso: dopo aver fatto assieme la correzione degli esercizi alla lavagna, chiedevo loro di darsi un giudizio a parole lungo qualche riga e un voto, scrivendoli a matita sul compito. La lezione successiva avrei consegnato i compiti con i miei giudizi e le mie valutazioni.
    In 9 casi su 10, le valutazioni che si erano dati era assolutamente giuste e ragionevoli, quasi sempre anche fin troppo severe! Così anche un semplice 6 (meritato) ad un compito autovalutato 5,5 da loro era salutato con molta gioia e li motivava molto di più per il compito successivo… Alla fine dell’anno, anche chi ha fatto più fatica era comunque conscio di ciò che sapeva e come lo sapeva, e questo non accade sempre.

    Abituare le persone ad autovalutarsi (senza “giudicarsi”, nel senso “cattivo” del termine) fin da piccoli credo che sia importantissimo per sviluppare una buona capacità di giudizio anche su ciò che fanno gli altri.
    Certo se aspettiamo la scuola statale, aspettiamo un po’… Ciao!!

  • Rita Tabacchi ha detto:

    Buongiorno Livio,
    sì sarebbe molto bello tornare al passato sotto questo aspetto e non solo…si faceva anche a botte per un’ideale, per poi saper chiedere scusa e condividere un panino alla nutella ( o con marmellata fatta in casa )per far pace. Come sarebbe bello ritornare ad essere genitori come una volta, con tanta voglia di insegnare, di dare e di amare.
    Responsabilizzare un bimbo è cosa saggia , soprattutto insegnare loro, l’importanza dei valori , del rispetto e della vita.
    Rita

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.