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Il titolo è evidentemente provocatorio ancorchè contenga una verità assoluta. Lascia che ti spieghi.

Il mio approccio al business e alla vita in genere è sempre stato di spendere (o investire) risorse in misura inferiore rispetto alle risorse che ero in grado di produrre.

Quando guadagnavo 10, sapevo di poter spendere fino a 10. Non è l’unico approccio all’imprenditoria, e non è nè più giusto nè più sbagliato di altri, ovviamente, ma è quello a cui sono stato educato. E’ un approccio che ho esteso in modo naturale anche nella vita di tutti i giorni e nell’economia della famiglia.

Mi rendo conto che non si tratta di un atteggiamento molto diffuso, anzi. Le carte di credito (specialmente le “revolving”) ci stanno abituando a spendere denaro che non possediamo e a diluire nel tempo la restituzione del prestito.

Compriamo di tutto a rate, pagando per mesi, anni e a volte decenni qualsiasi cosa. Una volta si pagava a rate solo la casa, oggi anche i telefonini e le vacanze…

Ma torniamo a noi. Spendere denaro che non possiedi è decisamente rischioso. La situazione può sfuggire di mano senza nemmeno che te ne accorgi. Ho conosciuto persone arrivate al punto in cui le risorse che erano in grado di produrre non coprivano nemmeno gli interessi sui debiti contratti. Lo sfacelo!

Quando sentiamo queste cose ci viene da pensare che… a noi non potrebbe mai succedere. Noi siamo più furbi e sgamati. Eppure tante piccole e medie imprese e attività professionali non campano o saltano in aria anche per questi motivi.

Il deficit pubblico, che lo Stato Italiano genera ogni anno è un ulteriore esempio di questo concetto. Si spende di più di quello che si guadagna. Per non parlare del debito pubblico…

In una dimensione frattale di questo concetto possiamo osservare come in realtà stiamo esattamente facendo la stessa cosa con l’intero pianeta. Da svariati decenni abbiamo contratto un debito ecologico con la terra e lo stiamo pericolosamente aggravando anno dopo anno.

In buona sostanza ogni anno consumiamo più risorse rispetto a quelle che la terra è in grado di ripristinare.

Secondo i calcoli del Global Footprint Network, in 234 giorni abbiamo esaurito le risorse naturali che avremmo dovuto farci bastare per l’intero anno 2012.

Pensa che già nel 1987  il bilancio segnava rosso. Il break even era datato 19 Dicembre. Da allora abbiamo galoppato nel vero senso della parola. Nel 2011 abbiamo finito le risorse entro il  27 Settembre e quest’anno entro il 22 agosto.

E’ stimato che entro il 2050, il nostro pianeta non ci basterà più!

Come dicevo in altri post, ciò di cui c’è bisogno è di una vera rivoluzione culturale. Dobbiamo tornare indietro, questa strada è un vicolo cieco con un bel dirupo alla fine.

Dobbiamo recuperare valori di una volta e applicarli immediatamente, come ad esempio rispetto per la natura e per chi occupa questo pianeta. Crescita ed evoluzione ben vengano, ma solo se sostenibili. Produrre e vendere va bene ma non ad ogni costo. Anni fa scrivevo (leggi l’articolo) che siamo, per il nostro pianeta, come una malattia autoimmune che distrugge l’organimo stesso che lo ospita.

Tutti possiamo contribuire nel nostro piccolo. Consumando in maniera intelligente, senza sprechi. Comprando in maniera consapevole e non indiscriminata.

Tutto ciò cosa c’entra col coaching? Forse nulla. Ma possiedo un blog. Migliaia di persone lo leggono. Faccio la mia parte. Cerco di sensibilizzare le persone sul tema. Lo faccio nei corsi, in rete… ovunque mi sia possibile. Fallo anche tu!

Condividi questo articolo, lascia un commento e impegnati a scrivere anche tu e a diffondere. L’errore più grande che possiamo fare è pensare che tanto non serve a nulla. Tante piccole gocce… riempiono gli oceani, no?

Mi hanno segnalato questo video molto bello che ti invito a guardare subito.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=Up5NlR4wY9Q

Livio

Author Livio

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Join the discussion 15 Comments

  • alberto ha detto:

    Oggi manca sicuramente informazione generale e sicuramente la presa di coscienza del singolo. Se dovessimo fare un sondaggio su 100 persone per sapere , quanti di voi cittadini sono sensibili a queste SERIE problematiche e cosa fate nel vostro piccolo?
    Credo che sia ancora una % troppo alta di menefreghismo e un indrottinamento massiccio di ” Cazzate ” .
    Il focus di oggi non è ancora sufficientemente indirizzato verso questi problemi.
    Queste tematiche vengono principalmente affrontate su Internet, dai media televisivi ben poco o troppo poco per far smuovere la massa verso una rivoluzione culturale.
    Purtroppo questa disinformazione e mirata e voluta, questo davvero mi fa’ arrabbiare.

    • Livio ha detto:

      Ciao Alberto, grazie per il tuo contributo.
      Gli interessi in gioco rendono difficile l’inversione di tendenza, ma purtroppo (o per fortuna) sarà inevitabile, così come inevitabile sarà il disastro se non cambierà alcunchè.
      Il mio ottimismo vuole confidare sul fatto che la specie umana saprà rispondere all’esigenza come ha sempre fatto nella storia. La mia parte critica tuttavia, teme. Teme la stupidità e l’avidità umana.

      • Lorenzo Cavoretto ha detto:

        Alberto, Livio,

        Mi piace pensare che la “fine del mondo del 2012” sia la fine di un vecchio modo di pensare.
        Mi piace pensare che sia l’inizio della vera era di internet, di un’informazione fatta da noi utenti, ognuno nell’ambito delle proprie competenze.
        Mi piace pensare che questo nuovo modo di informarsi possa creare consapevolezza, responsabilità ed un atteggiamento di maggior condivisione delle risorse che il pianeta ci regala ogni giorno.
        Anche io sono di primo acchitto timoroso e scettico, anch’io temo la stupidità e l’avidità. Spesso, però, almeno nella gente comune, esiste davvero tanta ignoranza e indottrinamento. Lavorando sulla gente comune si potrebbe ottenere già un grandissimo risultato.
        I “potenti” (che brutta parola, lo so…), dovranno prima o poi per forza adeguarsi. Il “controllo dell’informazione” sta vacillando, è una nave che sta cominciando ad imbarcare acqua…

  • Lorena ha detto:

    concordo con il tema dell’articolo e mi sento in linea con il parere di Lorenzo Cavoretto…

    faccio e farò del mio meglio per far circolare queste informazioni e goccia dopo goccia… si riempie l’oceano!

    E’ un piacere/dovere verso il nostro pianeta, verso noi e i nostri figli…

  • Luca Chiesi ha detto:

    Ciao Livio!Cerco di portare i miei 2 cent per la causa…

    Sono molti anni che cerco di seguire una alimentazione basata essenzialmente su cereali integrali, verdure e legumi, con particolare attenzione a …masticare il più possibile.
    Anche mia moglie, e tantissimi amici seguono più o meno la stessa strada, e i risultati sono tali da non farci prendere nemmeno lontanamente in considerazione di ritornare alla vecchia alimentazione “qualunque” dalla quale siamo arrivati più o meno tutti, che porta solo alla malattia e alla dipendenza.
    Non solo è l’alimentazione più semplice e completa possibile, ma permette risparmi di acqua (reale e “virtuale”) semplicemente impressionanti.
    Si parla in certi casi anche di 4 mesi senza toccare un solo bicchiere di acqua o di altro liquido, per la semplice curiosità di vedere quanta acqua serve effettivamente per vivere in perfetta salute; è evidente che i medici raccontano solo cose per sentito dire, in merito a questo.

    Credo che la “crisi” attuale obbligherà un po’ tutti a separare il grano della verità dal loglio della propaganda mediatica. Fortuna che la salute è a portata di tutti, proprio perchè è il risultato di scelte assolutamente sostenibili e di totale armonia con il nostro pianeta.

    Può darsi che la rivoluzione culturale che ci serve parta dal semplice pasto quotidiano. O dall’orto.
    Gli esempi di Georges Ohsawa o di Masanobu Fukuoka sono illuminanti, da questo punto di vista.
    L’ultimo libro di Fukuoka in particolare necessiterebbe di studio e divulgazione…. a sfinimento…

    Ciao!

  • Dario78 ha detto:

    Interessante il post e i commenti, cmq vedo che c’è sempre una maggiore consapevolezza su queste tematiche, io faccio parte di un’associazione che si chiama Rientrodolce che ha come scopi proprio il limitare i consumi cercando maggiormente l’autoproduzione e seguendo i consigli di maurizio pallante il teorico della decrescita felice

  • Nadejda Gancheva ha detto:

    Sono d’accordissimo. Mi impegnerò ancora di più. Vorrei che sempre più gente ne prendesse atto!

  • Marco Neri ha detto:

    il 23 settembre 2008 è stato l’ Earth Overshoot Day. Il giorno in cui l’umanità ha utilizzato tutte le risorse che la natura riesce a generare in un anno secondo il Global Footprint Network fondato da Mathis Wackernagel. Questo significa che ci occorre circa 1,4 volte la Terra per soddisfare le nostre necessità. Ci stiamo mangiando il pianeta. E’ stato intervistato Wackernagel, l’inventore del concetto di impronta ecologica, un indice statistico che mette in relazione il consumo di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle. I monaci italiani introdussero il concetto di contabilità per i soldi. L’impronta ecologica è qualcosa di simile applicato alle risorse: se pensiamo come contadini, invece che ai soldi pensiamo a quanto territorio abbiamo disponibile per i pascoli, le coltivazioni eccetera. Questo è ciò che abbiamo a disposizione e quello che usiamo per il cibo, l’energia, eccetera. Se guardiamo quante risorse consumiamo dal primo gennaio al 23 settembre, l’Overshoot Day, e facciamo un confronto con la produzione annua totale vediamo che dal primo gennaio al 23 settembre abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un intero anno. Nel 1962 l’umanità usava la metà delle risorse rigenerabili in un anno.Finora siamo riusciti, con la tecnologia, a spremere il pianeta. Alcune aree del mondo hanno sperimentato il collasso perché sono troppo povere per importare risorse extra rispetto a quelle che riescono a produrre in loco. La Svizzera, ad esempio, che è abbastanza ricca consuma tre volte le risorse che il suo ecosistema riesce a rigenerare. Finché avrà sufficienti risorse finanziarie, potrà comprare le risorse naturali. Le ultime stime per l’Italia sono per il 2003: 4,2 ettari di spazio ecologico produttivo rispetto a 1,8 disponibili nel mondo; un po’ meno di tre volte quello che è disponibile nel mondo. La biocapacità dell’Italia è di un ettaro per persona, un po’ di più della metà della media mondiale. Ci vogliono quindi 4 Italie per supportare il consumo degli italiani. Altri casi sono Haiti o il Darfur, che sono molto più limitati nella disponibilità di risorse in loco e finite queste non sono in grado di importare risorse extra da fuori e si trovano a fare i conti con gravi carenze di materie prime. Ci sono bellissimi esempi storici, belli anche perché lontani nel tempo. Quando l’impero romano era al suo apice, a Roma abitavano un milione di persone. Quando l’impero collassò, la città non riuscì più a trasportare le risorse dai posti più lontani. La città in pochissimo tempo scese a 50.000 abitanti appunto perché poteva contare sulle risorse locali non riuscendo a trasportarne da fuori. Questo è il miglior esempio storico. Ci sono tre aree su cui ci dobbiamo concentrare: la prima è che, come per l’economia, dobbiamo essere coscienti di quanto spendiamo e quanto utilizziamo.Una buona contabilità non salva dalla bancarotta, ma aiuta a capire quanto ci siamo vicini. La seconda: se si guarda alle infrastrutture costruite oggi o nel passato… le infrastrutture rimangono per decenni. Pensate a come sono costruite le vostre città: questo determina come vivete in queste città, determina per decenni quanto le case consumano. La terza, è orientare l’innovazione nella giusta direzione. L’innovazione è il miglior strumento per risolvere i problemi, ma se non è concentrata sui problemi giusti questi non verranno risolti. Se abbiamo chiare le questioni da risolvere possiamo raggiungere gli obiettivi dell’innovazione più facilmente e iniziare a investire in questi obiettivi. Posso dirvi quale energia useremo, è abbastanza ovvio: oggi usiamo circa 15 terawatt di energia per alimentare l’economia mondiale. Il Sole fornisce 175.000 terawatt al nostro pianeta. Quindi di sicuro questa sarà la fonte utilizzata maggiormente, come abbiamo fatto nel passato, nei primi 500.000 anni della storia dell’uomo. Io spero che inizieremo a capire che i rifiuti non sono la fine del ciclo, ma l’inizio.I nostri rifiuti possono diventare una significativa risorsa per la nostra economia: la cosa peggiore che possiamo fare con i rifiuti è mescolare rifiuti diversi, è uno spreco.Separandoli hanno molto più valore: dalla carta si ricava carta, dal metallo il metallo, eccetera.L’organico può diventare concime tramite il compostaggio senza contaminare il resto dei rifiuti.Alcune parti possono avere un valore energetico che si può ricavare dalla combustione.I rifiuti dunque possono essere una grande opportunità e una risorsa per l’economia e non il problema che sono oggi.

  • Marco Neri ha detto:

    P.S. Scusate ancora per quest’altra incursione ma guardatevi anche questo video su youtube, si intitola “terra reloaded”; dura poco più di un ora ma ne vale veramente la pena. Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=EaPbUKzlNuU

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    La consapevolezza è quella che manca nelle nostre vite, la scuola dovrebbe di pari passo con i genitori spiegare ai bambini di ieri, oggi e domani, quali siano le verità celate dietro alle menzogne propinate. Che noi si sia stati indottrinati non è più un segreto di pochi ma una rivelazione per molti.
    Riuscire a mettere in pratica pochi semplici accorgimenti è l’inizio per fare le cose giuste. Noi quasi di certo…il mercato sarà così saggio e lungimirante?
    Con speranza.

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